Allora allora allora…quest’anno è stata “un’annata” speciale. Il 25° compleanno del nostro gruppo ci ha dato tante belle possibilità e una in particolare la ricorderemo sempre come Il Campo di Gruppo.
Destinazione? Muro Lucano, o ancor meglio Castelgrande, Basilicata. Come ogni buon campo scout che si rispetti, abbiamo farcito tutto di una buona dose di gioco e avventura, quindi abbiamo creato un’ambientazione per vivere all’insegna del divertimento i giorni che ci apprestavamo ad affrontare.
Dovendo l’atmosfera essere necessariamente magica, i nostri capi hanno deciso di dar vita ad un’ambientazione che calzava a pennello: Harry Potter. Certo fa un po’ ridere se uno se lo immagina, ma anche noi abbiamo riso. Tanto.
Dovendo comunque svolgere delle attività in separata sede, ogni branca è arrivata al campo in modo indipendente: il reparto è arrivato in Basilicata assieme al cattivo tempo il 29 luglio mentre il branco li ha raggiunti il primo di Agosto. Il Clan necessita un discorso a parte in quanto, avendo capito che era di nuovo tempo di mettersi in marcia, è giunto in pullman fino ad una trentina di chilometri dal campo e in tre giorni, attraverso sudatissime tappe, ha raggiunto i fratellini più piccoli.
Posso assicurare che tutti, persino i più piccoli, erano muniti di uno zaino così pesante che probabilmente una vecchietta li avrebbe aiutati ad attraversare la strada. Ma la previdenza non basta mai! “Non esiste buono o cattivo tempo…” diciamo noi “…solo buono o cattivo equipaggiamento”.
Una volta tutti quanti insieme, abbiamo dato via all’ambientazione….e quindi via ai giochi di gruppo, via ai travestimenti, via ai gavettoni, ai canti e alle tipiche attività scoutistiche.
Ricordo ancora quand’ero lupetta e proprio ad un campo estivo imparai ad usare ago e filo grazie all’aiuto dei più grandi. Quest’estate i lupetti hanno fabbricato di tutto, dalle candele ai pupazzi di stoffa e la complicità coi fratelli più grandi del Clan non è certo mancata! Questi hanno dato una mano per l’organizzazione affinché nessuno avesse troppo lavoro sulle spalle perché “essere buoni è qualche cosa. Fare del Bene è molto meglio!” (B.-P)… ma ovviamente tutti hanno fatto fronte alla loro dose di “faticaccia” quotidiana.
Il Reparto, come ogni anno, ha dimostrato una grande resistenza e una grande capacità nelle proprie attività! Fanno sembrare tutto molto facile con quelle strutture, tutti quei nodi, quelle tende e quei falò serali perché li si vede sempre con un sorriso sul viso. Ma non si pensi che abbiano avuto una vita facile! Le lamentele e i visi scuri non sono mancati ma come diceva il nostro fondatore Lord Baden Pawell “sforzati sempre di vedere ciò che splende oltre le nuvole più nere” …ed è stato bello vederli aiutarsi sempre con disinteresse e stringere legami importanti.
I nostri capi vivono l’esperienza “dall’altra parte”, un po’ come se fossero loro a proporci di giocare e noi a chiederci se siamo disposti ad affrontare “il nostro turno”. E’ stato bello vederli lavorare tutti insieme, seppure spesso travestiti in maniera esilarante, sempre disponibili e noi del clan abbiamo potuto osservarli più da vicino tanto da immaginarci nei loro panni, un giorno. Dei quattro pilastri su cui il Clan si basa ( strada, servizio, comunità e fede) non si può dire che uno abbia prevalso: la strada certo non è mancata e come sempre a modo suo è servita a crescere. Il servizio coi più piccoli ha dato i suoi frutti meritandoci la loro fiducia. Il senso di comunità ci ha messo di fronte ai nostri punti forti e alle nostre debolezze ma attraverso la fede abbiamo capito che queste servono solo a renderci più forti, se ci lavoriamo su. Alla luce di ciò sono infatti avvenute due conquiste importanti: un ragazzo del Clan, al suo primo anno di scoutismo, ha deciso di entrare ufficialmente nel nostro gruppo facendo la promessa, mentre io ho firmato il documento della carta di Clan promettendo insomma di rispettarne tutti i suoi punti. Che affare!
Questo campo è stata un’esperienza stancante, diversa dal solito, ma che sicuramente ricorderemo con un sorriso perché è stato un po’ come se fossimo tornati in famiglia per festeggiarCI. “La felicità è tale solo se condivisa” (Chris Mccandless) e noi c’eravamo. Tutti.