In tutto il percorso formativo che un gruppo scout offre, noi siamo quelli che fanno parte della branca dei più grandi, di quelli giunti ad una sorta di capolinea: il Clan. Ci si sforza di rendere questo capolinea una nuova partenza, approcciandoci al mondo nel tentativo di lasciarlo un po’ meglio di come l’abbiamo trovato. Come?
Esiste ciò che viene chiamato “capitolo”, che non è altro che lo strumento di cui ci avvaliamo per approfondire una tematica che ci sta a cuore; in questo caso il degrado ambientale.
Il 20 marzo, in occasione della grande festa per l’anniversario del Bari 8, abbiamo presentato i frutti concreti del nostro percorso. Essendoci appropriati di un angolo tutto nostro nel campetto adiacente all’edificio della nostra chiesa, abbiamo esposto l’orgoglio delle nostre tecniche di riutilizzo: bottoni diventati orecchini, plettri ricavati dalle immagini delle carte telefoniche, porta orecchini in spugna, insomma di tutto.
L’atmosfera festiva e allegra ha dato la possibilità di dare sfogo anche alle nostre fantasie più coinvolgenti sul riciclo, infatti ci è stato possibile lanciare due giochi che potessero colpire anche i bambini.
La corsa dei cavalli ha meravigliato per l’originale scuderia di cavalli creati da materiale di recupero come mazze da scopa, guanti e bottoni, mentre il gioco del fazzoletto ha divertito grazie alle sue varianti: il fazzoletto è stato sostituito da un rifiuto e il fortunato giocatore senza macchia e senza paura che l’avrebbe acchiappato per primo avrebbe dovuto gettarlo nell’apposito cassonetto. Tutto condito da tante sane risate.
Spiccava nel nostro angolo anche una ruota alquanto singolare: “E’ ora di differenziarci” era la scritta impressa sullo sfondo bianco e serve proprio ad individuare dove i rifiuti vanno appositamente smistati, soprattutto quelli così strani che ci chiediamo sempre “che fine dovrebbero fare”.
Quest’impresa non si ferma qui, ma per i 25 anni del nostro gruppo…come non dare un assaggio?
Soprattutto al Bari 8 che, proprio come fosse una persona in carne, ossa e un bel sorriso, continua a darci tanto riempiendo le nostre giornate.
Adriana Ottaviano
(foto di Paola Palumbo)